IL BOSCO DELLE ANIME
L’evoluzione della pandemia da Corona Virus consente di rilevare un prudente miglioramento della situazione. Alla responsabilità di ciascuno è ora affidato il mantenimento della salute collettiva, un bene prezioso che il Covid 19 ha messo fortemente a rischio. E se da un lato ci sembra di poter quasi tornare a vivere dall’altro il rapporto con la morte, con i morti di tutti noi, ha segnato in modo indelebile ciascuno. I camion militari carichi di feretri che spostavano da una città all’altra le persone decedute, il rientro delle tante urne, sono immagini che non dimenticheremo. Una quantità di urne cinerarie che ha rischiato di dare la sgradevole sensazione che l’utilizzo degli impianti crematori fosse quasi l’unica soluzione.
Al contrario la cremazione delle salme di norma è una libera scelta, un diritto fondato su sentimenti e convinzioni profonde, che si concretizzano nel destino indicato per le ceneri, la frazione simbolica dell’essere, verso la quale si concentra l’attenzione emotiva anche di chi rimane volendo per esse un trattamento tale da rispettare la dignità della morte.
La legislazione vigente prevede alcune modalità di trattamento delle ceneri: la conservazione nei cimiteri, dell’urna presso il domicilio, la dispersione in natura. Quest’ultima può avvenire in un luogo dedicato e prestabilito dai comuni, oppure scelto in vita dal defunto o nel giardino del ricordo che è un’area cimiteriale circoscritta.
Oggi credo i tempi siano maturi per pensare ad un ulteriore progetto. L’esperienza condotta in questi anni come Socrem Parma, associazione di volontariato che promuove la cremazione e raccoglie i testamenti degli attuali 1500 soci, insegna che la scelta della dispersione è motivata anche dal convincimento che attraverso le ceneri torniamo a essere parte del continuo divenire della natura. Proprio per questa ragione si potrebbe pensare di rafforzare questa fusione con la natura, immaginando di rendere concreto il passaggio in una forma vegetale vivente come può essere la pianta messa a dimora nella terra mista alle ceneri disperse e che crescendo diventa albero.
Si potrebbe dunque pensare a un Bosco delle Anime, ovvero alla creazione di un’area, cimiteriale o esterna, dedicata alla piantumazione di alberi o arbusti di diversa specie, come appunto può essere un bosco. Una superficie dove le piante crescono liberamente, legate ai cicli stagionali e agli eventi naturali, e alla persona di cui portano il nome. La crescita dell’albero rappresenta il perdurare nel tempo del ricordo della persona cara. L’albero punta verso il cielo, verso lo spazio infinito dove può trovare accoglienza la spiritualità o la fede o il pensiero laico di ognuno di noi che può così sentirsi parte del Bosco delle Anime.
Rocco Caccavari, presidente Socrem Parma
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Pubblichiamo la XVI edizione del nostro Notiziario SO.CREM 2019/2020
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Dal XV notiziario So.Crem
Morire all'epoca di internet
di Cinzia Veroni
Ho un’amica che ha perso un figlio, un dolore senza riparo. Qualche giorno fa mi racconta che su internet, nelle pagine che poi ha scoperto essere di un sito americano dedicato alle persone scomparse – insomma una sorta di cimitero digitale – ha trovato una pagina dedicata a lui: nome e cognome, data di nascita e di morte, luoghi in cui ha vissuto. (continua)
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IL TEMPIO DI VALERA, LUOGO D'ARTE VIVENTE
Grazie al sostegno di So.Crem, biglietti ridotti per gli associati.
Il 16, 17, 18 e 23, 24, 25 giugno, alle ore 21, prosegue e si conclude con gli ultimi quattro capitoli Il Furioso (2) – L’Illusione, La Follia, La Morte, La Luna il progetto biennale di Lenz Fondazione sull’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto . (continua)