ALLA MEMORIA

GIOVANNI BRAIDI

PSICOLOGO, PSICOTERAPEUTA, SOCIOLOGO, SCRITTORE, PITTORE.

"A uno a uno andiamo via,chi è partito da qualche parte aspetta e continua una nuova storia di vecchi amici" 

MASSIMO DE SIMONI

Ha lasciato  increduli e addolorati  colleghi e pazienti,  all'ospedale Maggiore, la notizia della scomparsa  improvvisa, di Massimo Desimoni, 57 anni, medico al Maggiore  da oltre trent'anni e responsabile dell'Ambulatorio del piede diabetico. «Una morte tragica ed inattesa, siamo tutti sconvolti», queste le prime parole di Sergio Michele Tardio, dirigente del reparto Trattamento intensivo del diabete, che lavorava con Desimoni dal 1992. Proprio da Desimoni,  Tardio aveva ricevuto alle 20,10 di domenica una email che lo aggiornava su un  programma di lavoro  che il medico stava  preparando  per l'ambulatorio. «Ci dovevamo vedere questa  mattina (ieri per chi legge, ndr) per fare il punto», aggiunge Tardio con voce rotta dall'emozione. «Aveva lavorato fino a tarda sera, nonostante fosse domenica, con la solita scrupolosità - ricorda anche Cristina Calderini, collega di Desimoni da oltre vent'anni - Nessuno  avrebbe mai immaginato quello che è successo. Massimo era uno sportivo e un salutista, uno che faceva le scale  volando». Pochi giorni fa, come aveva raccontato ai colleghi, spaccava legna nella sua seconda casa, a   Campora. Il malore ha colto Desimoni   nell'abitazione di via Rossi 19  che   divideva con la moglie Maria Teresa Berzioli (insegnante alla scuola elementare Jacopo Sanvitale) e la figlia Veronica, ventenne.  La moglie si è accorta che qualcosa non andava poco prima delle   tre  di notte. Immediata la richiesta di soccorsi e il trasporto, su un'ambulanza del 118,  alla Rianimazione del Maggiore, dove i colleghi hanno tentato invano per un'ora di strappare Desimoni alla morte. Sarà l'autopsia - prevista per questa mattina - a stabilire l'esatta causa del decesso. L'ipotesi più probabile è una sindrome coronarica acuta. «Non c'era mai stato alcun elemento predittivo di questo problema. Massimo era in gran forma, faceva nuoto e palestra, amava passeggiare in montagna e dimostrava meno della sua età» ricorda ancora Tardio. Sono stati donati cute,   cornee e   femore. Laureatosi  all'università di Parma  in Medicina e Chirurgia  nel  1979, Desimoni aveva iniziato il  tirocinio  alla Divisione  Infettivi del Maggiore. Poi, dopo le specializzazioni in  anestesiologia e rianimazione e in allergologia ed immunologia clinica, aveva lavorato  al  pronto soccorso  fino al 1992.

Dopo aver seguito all'Istituto superiore di Sanità  un corso sulla gestione integrata del diabete, nel 1992 era diventato  dirigente medico nel reparto di   Medicina interna  e   malattie metaboliche e vascolari, e dal  1994 aveva assunto l'incarico di alta specializzazione all'Ambulatorio del piede diabetico, una struttura   all'interno del Dipartimento medico polispecialistico, che segue alcune centinaia di pazienti diabetici  per la toilette chirurgica, le medicazioni avanzate e  il trattamento delle lesioni ulcerative e ossee del piede. Da cinque anni era  anche professore a contratto alla Scuola di specializzazione di Endocrinologia e malattie del metabolismo all'Università di Parma. «Un   professionista che ha sempre cercato di dare il meglio come medico e come uomo. Lavoratore instancabile, rigoroso con i pazienti ma sempre disponibile», dice  Tardio. «Siamo profondamente colpiti. Abbiamo perso un amico e un collega entusiasta del suo lavoro, sempre vicino ai pazienti, e che aveva saputo  tessere buoni rapporti con i colleghi. Non sarà facile sostituirlo», dice il direttore sanitario dell'Azienda ospedaliero-universitaria Luca Sircana. Mentre il il presidente della Croce rossa provinciale, Giuseppe Zammarchi, ricorda l'impegno di Desimoni  come volontario, ispettore e responsabile dei volontari nell'associazione  dagli anni Settanta all'inizio degli anni Novanta. Il funerale si è tenuto al tempio crematorio di  Valera.