FLAMINIO MUSA, UNA LUCE UMANA - 20 dicembre 2012

Presentato in Provincia il libro di poesie postume “Care al mio tempo. Memorie di un contemporaneo”.

 

(da notizie.parma.it)

Sono poesie nate dall’amicizia quelle di Flaminio Musa pubblicate nel volume “Care al mio tempo, memorie di un contemporaneo”, curato da Rocco Caccavari e presentato il 20 dicembre 2012 in Provincia. Da quel legame infatti, ha spiegato il curatore, ha avuto origine questo nuovo lavoro postumo di Musa. “E’ grazie all’amicizia che sono state ritrovate, raccolte e ora pubblicate, una amicizia al di là del tempo, filo conduttore che attraversa i suoi versi che ci parlano di amore, di guerra, della libertà”.

All’incontro gli amici ci sono tutti e il momento della presentazione diventa anche una occasione per ricordare il valore dell’uomo che fu partigiano, grande medico, colonna della Lilt e dell’Università Popolare di Parma, pensatore e poeta, aperto agli altri. Vincenzo Bernazzoli, presidente della Provincia di Parma ricorda “l’uomo del territorio, il legame forte con la montagna, la generosità nel mettersi a disposizione delle istituzioni”. 

Enzo Molina, presidente della Giuria del Premio Letterario per Medici scrittori Flaminio Musa, parla del “meraviglioso giocattolo culturalmente evoluto e all’avanguardia” creato proprio da Musa, un evento prestigioso arrivato alla 34esima edizione.

Stefania Pugolotti, presidente Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Parma, racconta della passione e dell’impegno quotidiano dedicato alla Lilt, dove passava le giornate promuovendo la prevenzione. “E’ stato un anticipatore di quello che poi sarebbero diventati gli screening di prevenzione, cerco di seguire il filone da lui tracciato e credo che sarebbe contento di me”. Italo Comelli, presidente dell’Università Popolare di Parma ha sottolineato il valore del lascito di Musa. “Era soprattutto un medico che curava il corpo e l’anima. L’ignoranza è una malattia e la si cura con la cultura, con questa convinzione ha riaperto l’Università popolare nel dopoguerra”.

A commentare la racconta di poesie “Care al mio tempo” e stato Stefano Mazzacurati, psichiatra, scrittore e membro del PEN Club International, associazione internazionale degli scrittori. “Esplorare la poesia di Musa è come addentrarsi in una foresta – ha detto -  sono testi come una fitta vegetazione in cui si può entrare e uscire liberamente. Se ci si limita ad una prima lettura si resta alla superficie, se si va più in profondità si coglie l’aspetto psicologico, intimistico, ma c’è un altro strato in cui si coglie il senso di ogni vocabolo” Nel viaggio che si compie leggendo queste poesie di Musa il primo tema che si incontra è  la natura, e elementi familiari come il mare, il vento, la nebbia. C’è il colore usato in senso pittorico e simbolico. La luce che per Musa è legata all’acqua. Altro tema è il “tu” – “c’è sempre come un’altra persona” . Poi un gruppo di quattro poesie  che affrontano il tema della guerra nella esperienza personale di Musa. C’è il tema del vago - “il contrario della certezza, del dogma” -   del silenzio “condizione per cogliere il rumore del mondo” . C’è il tempo – “ponte per raggiungere ogni altro elemento” - , la dimensione esoterica “l’elemento centrale, il filo conduttore della poesia di Musa”. “Ciò che emerge dalle poesie di Flaminio Musa è una luce intensamente umana – ha concluso Mazzacurati – Quella che gli vedevi negli occhi, che udivi nelle sue pause. Una luce di forza, di bellezza, di saggezza”.

I proventi della vendita del volume, ad offerta, saranno devoluti alla Lilt e all’Università Popolare presso le cui sedi sono reperibili oltre che alla Socrem di Parma.

Flaminio Musa era un  personaggio poliedrico, di quelli che lasciano un segno indelebile nella comunità in cui hanno operato. Nato a Compiano nel 1921, si impegnò nella Resistenza e divenne comandante partigiano con il nome di “Marco”. Anche dopo la guerra mantenne sempre vivo il suo spirito antifascista, fu dirigente dell’ANPI e si impegnò attivamente per divulgare fra i giovani gli ideali e i valori della Resistenza. Laureato in medicina all’Università di Parma, Flaminio Musa fu a lungo primario del pronto soccorso al Maggiore. Da uomo di cultura qual’era, seppe sempre coniugare la sua naturale inclinazione al “fare” con la sensibilità  verso l’arte e la capacità di riflettere e descrivere le vicende umane: fu anche scrittore (numerose sono le sue pubblicazioni) e apprezzato poeta. Ma Flaminio Musa verrà ricordato soprattutto per ciò che ha creato e per il “patrimonio” sociale e culturale che ha saputo regalare alla comunità di Parma. A lui si devono la vigorosa crescita dell’Università Popolare (centenaria istituzione, ancora molto attiva nella città) che ha presieduto per quarant’anni, e la fondazione della Lega Italiana per la Lotta ai Tumori, alla quale ha dedicato tanta parte del suo tempo (ha speso lì le ultime energie), di cui era ancora presidente onorario. Tramite questa istituzione ha istituito e patrocinato il premio letterario nazionale riservato ai medici scrittori. Era anche presidente onorario del CNUPI (Confederazione Nazionale Università Popolari Italiane). A Compiano, il suo paese natale, ha realizzato il Museo della Massoneria Italiana, ubicato  nel castello, che custodisce una preziosa e significativa raccolta di testimonianze storiche della Massoneria del diciottesimo e diciannovesimo secolo.