II Oltre 1.500 parmigiani iscritti alla Società italiana per la cremazione hanno espresso soddisfazione per la prossima realizzazione del Tempio delle cremazioni. Ma c’erano anche concittadini, del quartiere San pancrazio e di Valera, che avevano iniziato a «tremare» alla notizia. «Siamo preoccupati per il possibile inquinamento che il Tempio potrebbe creare nella nostra zona». C’era voglia di rassicurazione, l’altra sera al centro congressi del Comune, durante l’assemblea pubblica proposta dal consiglio di Quartiere San Pancrazio per discutere del futuro impianto di cremazione che sarà collocato proprio in prossimità del cimitero di Valera. Il loro desiderio di chiarezza è stato esaudito. In cattedra, infatti, sono saliti il vicesindaco Paolo Buzzi, l’assessore comunale Paola Colla, Eugenio Tessoni, tra i progettisti del Tempio, Gabriele Righi, dirigente del Servizio servizi economici indiretti del Comune, e Andrea Pirazzoli, gestore del Tempio delle Cremazioni per la società «il Tempio». «Vi garantisco che in Italia non esistono impianti di questo tipo: solo in Svezia o in altri Paesi del Nord Europa si possono trovare esperienze simili ma sono molto rare ha affermato il gestore . Tutto il processo è controllato da sofisticate tecnologie e da sensori che saranno tarati dall’Arpa e verificati dalla stessa Agenzia almeno due volte l’anno: il Comune sin dal primo incontro ha messo ben in chiaro la sua volontà di salvaguardare i cittadini». Oltretutto, per eliminare i possibili residui inquinati originati dai fumi della combustione dei feretri sono stati introdotti, oltre alla consueta camera di post combustione preposta a bruciare ad oltre 850°C i fumi prodotti dal forno principale, anche due filtri in grado di catturare le particelle pesanti e metalliche che, in altro modo, sarebbero espulse dalla canna fumaria. «Con l’Arpa, poi, abbiamo deciso di abbassare ulteriormente quei parametri previsti dalla legge sopra i quali i fumi in circolo nell’impianto sono considerati inquinanti», ha osservato il vicesindaco Buzzi. Le opere di manutenzione e i dati di ogni singola cremazione si pensa che con la diffusione di questa pratica in futuro sarà possibile arrivare a circa 2.000 l’anno grazie a quei sofisticati sistemi rilevamento saranno monitorati e inviati all’Arpa. «Per cercare di rassicurare i cittadini mi impegno ha chiarito l’assessore Colla a rendere visibili, nel rispetto dell’anonimato del defunto, i dati che perverranno dalle cremazioni ». Anche le bare presto potrebbero essere meno inquinati: il Comune, infatti, sta valutando la possibilità di utilizzare tramite l’Ade feretri e arredi interni ecocompatibili.
Stella Ricchini